Un bentornato e un augurio al
compagno Pak Pong Ju per il suo incarico confermato in pompa magna dalla Tv di
stato KCNA da capo di gabinetto sotto la nobile guida del supremo leader Kim Jong Un. Il lavoro
è molto arduo dato la revisione nelle ville del Maresciallo (si stima che ne
possegga più di 20) e continua necessità di manutenzione
dell'allacciamento fognario, la periodica riparazione delle tubature, del
controllo delle incrostazioni, della sostituzione dei sanitari... Come? Dite che
ho capito male??!!... Ah non è il gabinetto che intendo io... è l'altro
gabinetto!!... Ops scusate!!
Un blog per condividere il socialismo reale della corea del nord, per informare sui successi di un paradiso realizzato in pace e armonia e magnificare le gesta dei suoi eroi contro la disinformazione dei media ufficiali.
martedì 2 aprile 2013
sabato 23 febbraio 2013
The game of their lives
Nell'intervista
del 2003 rilasciata in occasione dell'uscita del suo libro su Dossier Corea Geri Morellini risponde
alla domanda sui giocatori della nazionale nord coreana del 1966 in questo
modo:
"In
realtà quei giocatori hanno poi perso malamente la partita successiva e il
grande leader di allora, Kim Il Sung (il padre dell’attuale dittatore Kim Jong
Il) attribuì a quei festeggiamenti la sconfitta. Il più famoso di loro, Pak Tu
Ik, secondo la testimonianza di un prigioniero dei campi di concentramento che
è riuscito a fuggire, nel 1997 era ancora nel campo di prigionia di Yodok, 90 km
dalla capitale Pyongyang."
E'
una bufala.
Pak
Doo Ik (non Pak Tu Ik) l'autore del goal che diede la vittoria alla Corea del
Nord contro l'Italia è stato allenatore
della nazionale olimpica nel 1976. Non poteva essere in un campo di
concentramento tra il 1966 e il 1997, dalle testimonianze del lager di Yodok
i prigionieri sono in lotta ogni giorno contro la fame, non hanno alcun tipo di
svago, figuriamoci se possono allenare una nazionale di calcio.
Ma
a conferma di questo la BBC ha prodotto un anno prima dell'uscita del libro di
Morellini un filmato prodotto dopo una strenua trattativa con il governo nord
coreano in cui hanno invitato i giocatori della nazionale del 1966 a una
rimpatriata a Middlesbrough, nello stadio in cui compirono la famosa impresa
contro l'Italia. Il documentario che narra l’attuale vita dei giocatori
fornisce anche documenti inediti, filmati, foto e articoli di giornale da
repertorio che dimostrano che per questo caso i rumors provenenti dalla corea
del sud fossero totalmente infondati, sarebbe bene che come nel caso del cuoco che prepara il sushi, si prendesse nota.
domenica 17 febbraio 2013
Frasi celebri
“Se fossi un operaio preferirei vivere in Corea del Nord, anziché nella
Corea del Sud”.
(Marco Rizzo)
Ma purtroppo non essendo coreano e men che meno operaio, ha accettato di sacrificarsi a vivere nel degradante occidente per diffondere la lieta novella. Auguri!
(Marco Rizzo)
Ma purtroppo non essendo coreano e men che meno operaio, ha accettato di sacrificarsi a vivere nel degradante occidente per diffondere la lieta novella. Auguri!
domenica 27 gennaio 2013
Amore per la vita: "Crossing"
Finalmente un bel film sulla situazione reale della corea del nord.
"Crossing" diretto da Kim Tae Gyoon con la partecipazione nel ruolo
di protagonista dell'attore coreano Cha in Pyon. Una parte molto delicata che
l'attore aveva inizialmente rifiutato per via della paura di ritorsioni. Si
perchè se nella Corea del Nord la vita è quello che è, non è nemmeno priva di
rischi l'esistenza per i "defector" che risiedono in Corea del Sud o
per gli attivisti anti-Pyonyang dato che sono soggetti a periodici rischi di
attentati.
Ma tornando al film che può essere letto come la storia tratta dai
"defector" nord coreani che rischiano la vita per fuggire e avere un
futuro migliore, è incentrato su sei personaggi. Due famiglie di tre componenti
ciascuna con un figlio maschio da una parte e una femmina dall'altra.
Muoiono in cinque, si salva solo il protagonista Yoong-Soche che scappa in
sud corea e continuerà la vita da uomo libero. In realtà il vero motivo del protagonista non è la fuga dall'inferno, ma solo un viaggio temporeneo in Cina per comprare i farmaci per curare la tubercolosi della moglie; si ritrova poi in gruppo di fuggitivi nord coreani che lo portano nell'ambasciata tedesca di Pechino e a questo punto gli rimane come scelta o l'asilo in Sud Corea o il ritorno in un campo di prigionia in Corea del Nord. Per gli altri: la moglie muore
per per malattia e denutrizione, il figlio di fame in Mongolia durante il viaggio della speranza, invece
i genitori della seconda famiglia vengono uccisi dai servizi di sicurezza per
contrabbando, e la bambina decede per infezione in un campo di concentramento.
Rispecchia la realtà perchè quasi tutti i protagonisti muoiono, perchè
racconta il sogno proibito dei nord coreani veicolato dal contrabbando delle
"lussuose" cianfrusaglie cinesi, perchè descrive l'assenza nello
stato comunista dei più elementari servizi, come per una madre che muore nel
paradiso socialista dove tutto dovrebbe essere fornito a tutti, per la mancanza di medicine
che il padre trova nella capitalista Corea del Sud passate gratuitamente dalla
mutua.
E' la realtà nella corea del nord non esiste un lieto fine tranne che per
pochi; è frequente per i nord coreani morire o per fame nel loro
paese o per incidenti nella fuga della speranza. E' normale per i nord coreani
trafficare in contrabbando per sbarcare il lunario e rischiare il campo di
concentramento in caso di rastrellamenti, è all'ordine del giorno avere la
peggio per malattie curabili in qualsiasi altro paese. La salvezza invece è
riservata a qualche fortunato.
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