domenica 30 settembre 2012

2012 (Kangsong Taeguk), Nazione forte e prospera 2



Alla faccia dei detrattori ora anche i borghesi SudCoreani riconoscono il progresso e il successo della nostra potenza economica sotto la guida del Grande Leader. Pure la banca centrale sud coreana riconosce una crescita del Pil del 3,6% nel 2011 con una media superiore al 4% negli ultimi 10 anni, un paragone impietoso rispetto al regime fantoccio sud coreano in piena crisi economica che dopo due anni di recessione il Pil riprende a ricrescere per un misero 0,8%. Ormai la potente e prospera nazione... come? Non capisco? Dite che stò leggendo male? E' il contrario? I dati tra parentesi riguardano la Corea del Sud?   

venerdì 28 settembre 2012

Amo il mio popolo, vivo per il popolo


Come Gesù Cristo, Kim Jong Un o chi per lui ha deciso di caricarsi tutti i peccati del popolo nord coreano per purificare i suoi cittadini.
Lo spiego meglio prendendo l'articolo in cui i compagni di stato e potenza hanno posto il loro omaggio al Grande leader con questo dettagliato e obbiettivo resoconto che mette in luce le meraviglie nord coreane nascoste dalla campagna imperialista.
Basta evidenziare solo poche righe per rendersi conto dello spessore della relazione:
"Criminalità, individualismo, egoismo, pregiudizio razziale, edonismo, droga, prostituzione, gioco d’azzardo, bullismo e altri termini tristemente noti in Italia e in Europa, sono limitati a casi estremamente rari, se non proprio inesistenti."
E' vero sono quasi inesistenti perchè il caro e supremo leader con i suoi compagni volendo tutelare il popolo dal maligno e dalla tentazione hanno deciso di riservare questi vizi occidentali per se stessi, un segno di grande generosità e di servizio per il proprio paese, la pena per questo fardello? Lusso, sesso e droga per il progresso del socialismo, ma andiamo con ordine...
Droga, il fenomeno della droga è praticamente inesistente nella popolazione nord coreana, i cittadini sono così poveri da far fatica ad alimentarsi figuriamoci per se hanno i mezzi per bucarsi, ma la mancanza viene coperta dal  Leader che ha il monopolio esclusivo del traffico di narcotici come fonte aggiuntiva per ricavare moneta estera.
Fin dagli anni '70 il governo nord coreano ha incrementato il traffico di eroina attraverso l'estensione di coltivazione del papavero e la produzione di oppio nelle fattorie supervisionata dalle forze sicurezza nazionale. Il fatturato di droga esportata dal governo è stimato tra i 500 milioni e il miliardo di dollari all'anno. L'esportazione di eroina coinvolge tutti dai contrabbandieri di confine, alle ambasciate dagli anni '70 sono state implicate in incidenti per traffico di droga in 12 paesi tra cui Svezia, Germania, per le autorità giapponesi il 40% dell'eroina che raggiunge il mercato nipponico, proviene dalla Corea del Nord.
Prostituzione, assente dalle strade; i turisti stranieri ovvero gli unici soggetti con la moneta pesante non sono liberi di gironzolare per il paradiso nord coreano, figuriamoci se possono andare a prostitute pertanto non esiste alcun tipo di mercato per questo mestiere. Non esiste all'aperto naturalmente, perchè al contrario il caro leader con la sua Versailles al chiuso colma questa mancanza con una adeguata offerta di cui è il principale cliente assieme alla sua corte di privilegiati ops volevo dire di eroi. Senza fare la cronaca odierna in cui le università diventano l'occasione per le studentesse per intraprendere la carriera più antica del mondo e racimolare qualche soldino, le residenze del Grande Kim e dei suoi collaboratori sono pieni di manjokcho ovvero ragazze addescate già dall'adolescenza per sposare uomini l'elite nord coreana. Il Leader ha naturlamente la sua corte personale, lo stesso Kim Yong Il aveva il proprio harem di danzatrici che allietavano le serate spogliandosi a comando, oltre a importare prostitute dall'estero, soprattutto dalle Filippine e dalla Thailandia.
Individualismo, anche questo è raro tra la popolazione, il Caro Leader con la sua intelligenza è riuscito a far condividere la stessa povertà alla quasi totalità della base tanto renderla dipendente dagli aiuti della comunità internazionale, limitando l'individualismo a pochi soggetti: praticamente solo lui, tra le sue residenze e suoi tocchi di stile.
Pregiudizio razziale? Inesistente esiste solo il pregiudizio americano, per il quale in quanto meticci sono una popolazione di natura selvaggia e malefica che non potrà mai evolversi, a differenza della pura razza coreana. Ma ripeto questo non è razzismo  è solo lotta all'imperialismo americano, (o francese, giapponese, sud coreano, europeo, australiano...).
Non parliamo poi della criminalità che sarebbe assente, grazie al sistema di prevenzione e di rieducazione ma presentissima all'estero con contatti con le criminalità organizzate internazionali tra le quali la mafia russa, senza scomodare i rapimenti, gli assassini, gli attentati terroristici, tutto in nome del paradiso socialista.

mercoledì 12 settembre 2012

DMZ


La zona delimitarizzata meglio conosciuta come DMZ divide la penisola coreana in due la DPRK a nord e la ROK a sud. La creazione risale all'armistizio del 1953 in cui venne prevista tra le due parti una zona cuscinetto larga 4 km lungo i 250 km della linea di demarcazione della frontiera (il 38° parallalo).
Giuridicamente neutrale a discapito dell'etimologia è una delle zone più militarizzate al mondo disseminata di torri di controllo, posti di blocco, mine antiuomo, e recinzioni con filo spinato con un muro sulla linea di demarcazione che evidenzia a tutti il confine. La DMZ è amministrata nella striscia dei 2 km a nord dall'esercito nord coreano e nella fascia sud la gestione è condivisa dall'esercito sud coreano e dalle forze delle nazioni unite.
Gli unici villaggi all'interno della zona sono a Sud, Daeseong-dong a nord il villaggio di Kijŏng-dong.
Gli abitanti di Daeseong-dong sebbene giuridicamente in zona neutrale, sono soggetti alla legge sudcoreana, con notevoli sovvenzioni da parte del governo e benefici come l'esclusione dal servizio di leva e delle imposte sul reddito.
Il villaggio di Kijŏng-dong, detto anche Propaganda Village è al contrario un villaggio disabitato costruito negli anni '50 solo come facciata per invogliare i sud coreani ad attraversare il confine.
In caso di incidenti e scontri nella DMZ il trattato ha previsto l'istituzione di un'apposita commissione neutrale (NNSC) per controllare gli accordi e investigare sugli incidenti. I componenti furono scelti tra quattro nazionalità di stati che non parteciparono al conflitto, i nord coreani scelsero l'Ungheria e la Polonia che stazionarono nella fascia nord della DMZ, i sud coreani scelsero la Svezia e la Svizzera che stazionarono nella fascia meridionale. Dopo il crollo dell'Urss e dei suoi stati satelliti e alleati, gli ispettori ungheresi e polacchi furono invitati dal governo di Pyonyang ad andarsene, pertanto la commissione di controllo è attualmente composta da soli due stati.
All'interno della DMZ vi è la zona di sicurezza detta JSA originamente l'unico punto di contatto tra i due paesi. La zona comprende tra i simboli più famosi il sito di  Panmunjom e il ponte di non ritorno.
La JSA è stata costituita prevedendo la libera circolazione all'interno dei soldati delle due fazioni; ma dopo l'incidente del 1976 in cui due soldati americani vennero uccisi dai soldati nord coreani a suon di colpi d'ascia, venne decisa la divisione della JSA in due seguendo la linea di demarcazione.
Questa introduzione è per comprendere i fondamentali indispensabili per capire il film JSA. Buona Visione!







domenica 9 settembre 2012

Amore per la fame "The great Famine"


 
Sembra un caso che da dopo il dopoguerra le uniche grandi carestie che hanno colpito paesi non africani riguardavano i sistemi comunisti (Urss, Cambogia, Cina, Corea del Nord)? No da come spiegano Haggard e Noland, la comunità internazionale ha ormai sviluppato un sistema avanzato di raccolta e di distribuzione di aiuti alimentari in grado di colmare le immediate necessità umanitarie dei paesi con problemi inerenti alla scarsità di viveri.
Dove invece le politiche chiuse di un paese nascondono i problemi e provocano ritardi sugli appelli umanitari o impediscono agli stessi di raggiungere la competente destinazione ecco che si materializzano alcune delle cause di una carestia. La carestia pertanto secondo gli autori e giudizio ormai condiviso dai maggiori economisti dello sviluppo non va mai presa come un effetto unico di disgrazie naturali e inevitabili forze maggiori, ma anche anzi soprattutto come un risultato di azioni o di politiche umane.
In "Famine in north korea" gli autori analizzano la grave carestia nord coreana che secondo le stime del libro ha ucciso dalle 600.000 a 1.000.000 di persone nel periodo 1994-98, come risultato di una serie di concause di responsabilità prevalentemente anche se non esclusivamente governativa.
La corea del nord è un paese prevalentemente montuoso, con un clima rigido in buona parte dell'anno e pertanto non adatto all'agricoltura. All'incirca il 20% della superfice è coltivabile, ma in compenso ha buone risorse minerarie, (ferro, oro, carbone...) che rendono il territorio poco adatto all'agricoltura e più propenso allo sviluppo industriale. Lo capirono già i giapponesi che durante l'occupazione usarono il sud come granaio mentre disloccarono le nascenti industrie nel nord.
Liberata dall'invasione del Giappone e passata la guerra civile contro il sud, la logica vorrebbe che mancando i rifornimenti di cibo da Seul, la Corea del Nord si dotasse di un apparato industriale che meglio può configuarsi in quel territorio in grado di ricavare la moneta estera sufficiente per coprire il fabbisogno alimentare dei propri cittadini. 
Invece il maresciallo Kim il Sung promosse la politica del Juchè un rielaborato personale del marxismo che oltre a prevedere l'abolizione dei mercati, della proprietà privata, la collettivizzazione dell'agricoltura e un sistema pianificato di distribuzione del cibo, aveva come scopo l'autosufficienza economica intesa in senso prevalentemente autarchico. Dal punto di vista alimentare si configurò via via come un obbiettivo (o meglio miraggio) non solo nazionale, ma soprattutto provinciale, limitando le varie autorità locali a chiedere aiuto ai propri vicini in caso di penuria di alimenti.
Dal punto di vista industriale si copiò il sistema sovietico di sviluppo dell'industria pesante che oltre a drenare gran parte della popolazione destinata all'agricoltura (in contraddizione sull'autosufficienza alimentare) si concluse in un totale fallimento.
Il Grande Leader cercò di rispondere alla fuoriuscita di manodopera dall'agricoltura varando programmi di uso intensivo prima e per l'ampliamento del territorio coltivabile poi. La corea del nord importò per un uso massicccio, fertilizzanti dall'unione sovietica che ebbero l'effetto di impoverire il suolo, in un secondo tempo l'allargamento della superficie per la coltivazione si risolse nel disboscamento e nel dissesto geologico che fu la premessa per le inondazioni del 1995, insomma tanti danni senza soddisfare il fabbisogno alimentare del paese.
Pertanto le politiche economiche formarono un paese mal industrializzato e insufficiente anche dal punto di vista agricolo, che in barba alla propaganda di autosufficienza fu uno stato costantemente assistito, un fardello ingombrante a carico dell'unione sovietica e dei propri alleati.
Al peggioramento delle condizionni dell'economia comunista già nella seconda metà degli anni '80 che determinarono un minor fornimento di fertilizzanti e che si ripercossero nella produzione agricola, Pyonyang rispose tagliando le forniture di cibo attraverso il sistema di distribuzione e scaricando interamente il problema sui propri cittadini. 
Inoltre l'Urss iniziò a tagliare i rifornimenti di cibo e l'assistenza tecnica in risposta ai mancati pagamenti dei debiti arretrati. La sostituzione parziale come primo partner da parte della Cina negli anni '90 dopo il crollo dell'Urss non risorse il fabbisogno alimentare della DPRK che ebbe il colpo di grazia nel periodo 1993-94 quando la Cina bloccò le spedizioni di grano a causa degli ennesimi mancati pagamenti dei debiti arretrati, dando il via alla grave emergenza alimentare conosciuta come la Grande Carestia Nord Coreana.
Le inondazioni del 1995 che diedero l'occasione al governo di Pyonyang per fare un disperato appello alla comunità internazionale presentandosi come una vittima di disgrazie naturali. Le catastrofi naturali non determinarono la carestia ma l'aggravarono e misero in evidenza l'inerzia del governo nord coreano che lasciò per almeno un anno la propria popolazione a se stessa senza intraprendere alcuna azione.
Inoltre in concomitanza con la politica del Songun che diede priorità all'esercito in ogni affare della vita politica del paese, incrementò le importazioni di materiale bellico, diminuendo le importazioni di cibo in sostituzione dell'aumento degli aiuti, procrastinando pertanto il periodo di massima emergenza fino al 1998-1999 nonostante gli sforzi della comunità internazionale.
Il resto è analisi degli aiuti umanitari che sono stati prima richiesti e poi costantemente ostacolati dal governo di Pyonyang, con interi dipartimenti non accessibili dal personale delle Nazioni Unite, diversione degli aiuti stessi sia da parte degli alti quadri che da parte dei responsabili locali per consumo proprio o per il mercato nero, collegato con il taglio dei rifornimenti da parte del governo nelle zone più colpite dalla carestia specialmente nelle province est del Nord e Sud Hamgyong, determinando lo sterminio della popolazione.
Anche le omissioni della comunità internazionale sono analizzate nel libro.
La conclusione degli autori è che le responsabilità per questo crimine contro l'umanità, sono di natura dolosa da addebitarsi principalmente al governo nord coreano.